Ci troviamo a Parchiule, un piccolo borgo dell’Appennino Marchigiano posto ai piedi dell’Alpe della Luna, dove ancora oggi delle famiglie conservano con amorevole cura l’arte di fare il carbone. Nella stretta valle del Torrente Auro che poi incontra il vicino Meta e dà origine al fiume Metauro, c’è un borgo rurale molto antico. Si racconta che le origini di Parchiule siano risalenti addirittura all’epoca pre-romanica, di fatto rimane un luogo carico di storia e di belle storie.
Oggi ti voglio raccontare quella di alcune famiglie di carbonai.
L’arte di fare il carbone
Ci siamo stati per scoprire da vicino l’arte del fare il carbone e abbiamo avuto il piacere di incontrare proprio un carbonaio che ci ha spiegato tutto il procedimento.
La legna raccolta nei boschi viene sistemata in senso circolare attorno ad una sorta di canna fumaria, chiamata la buga, che serve per l’accensione, il tiraggio e la rimboccatura. Vengono piantati per terra 4 bastoni che sono tenuti insieme da un anello costruito con legno flessibile e sui quali sono poi appoggiati altri legni di ugual misura in modo da lasciare meno spazio possibile tra gli stessi per garantire il processo di combustione che deve avvenire in assenza d’aria. Una volta costruita la parte inferiore si procede con la creazione di quella superiore e della canna fumaria, molto importante per la riuscita di tutto il processo di carbonificazione. La catasta ha in genere un diametro di 4/5 metri e un’ altezza di un paio di metri e contiene circa 150 quintali di legna.
La catasta poi viene coperta da uno strato di paglia (a volte, mi spiega il carbonaio, viene utilizzata anche dell’erbaccia) e pietre e infine da uno strato di terra.
La carbonaia viene quindi accesa inserendo nella canna fumaria, la buga, una certa quantità di brace e si rimbocca per diverse volte almeno nella prima giornata. Nella carbonaia vengono praticati dei fori laterali che permettono di assicurare il giusto tiraggio.
E’ importante che la carbonaia sia creata in zone riparate dal vento per realizzare al meglio il processo di distillazione.
Finito di cuocere, il carbone si deve far raffreddare gettandovi sopra della terra. Successivamente, con dei rastrelli, si separa e si raccoglie il carbone.
Tutto questo processo dura dai 4 ai 5 giorni, in base alla stagionatura della legna.
Questo procedimento viene utilizzato per produrre il carbone mentre per fare la carbonella si deve cuocere il legno in vasche o buche sotto terra e il procedimento in genere dura soltanto una giornata. Se sei fortunato potrai vedere anche queste proprio nella stessa località, magari in zone differenti ma sempre a Parchiule.
Come arrivare a Parchiule
Noi ci siamo arrivati da Badia Tedalda e abbiamo attraversato tutta la Riserva dell’Alpe della Luna passando per stradine strette e piuttosto sconnesse, ti consiglio quindi di raggiungerla attraversando i paesini della valle del Metauro, Urbania, Sant’Angelo in Vado e Mercatello sul Metauro prima di arrivare a Borgo Pace e prendere in direzione Parchiule.
Se non riesci a trovare i luoghi delle carbonaie ripercorri la strada e osserva meglio oppure fermati un attimo e guarda verso l’alto, se sono accese vedrai del fumo. Se non riesci comunque ad individuarle fermati all’Osteria del Boscaiolo, qui sapranno sicuramente darti delle indicazioni oltre che deliziarti con alcuni piatti tipici locali.
Per la serie “viaggiando s’impara” credo che anche questa sia un’escursione utile a far conoscere e scoprire luoghi ed un’arte, quella di fare il carbone, più unici che rari!
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Articolo pubblicato ad Ottobre 2017