Monterchi è un piccolo borgo in provincia di Arezzo a cavallo tra Toscana e Umbria, arroccato su un colle e circondato da dolci e verdeggianti colline. Monterchi gode di una posizione invidiabile tra le colline che digradano verso la valle del Tevere, costellate di antiche pievi medievali e conventi. Il centro vero e proprio mantiene l’impronta medievale nonostante le distruzioni dovute a tornadi eccezionali e vari terremoti, che ne dici di andare a scoprire più da vicino questo affascinante borgo toscano? Te lo presento sperando di lasciarti la stessa immagine del luogo che mi ha lasciato Manuela, la nostra guida a Monterchi che ce lo ha fatto apparire come un luogo davvero speciale!
Cosa fare e vedere a Monterchi
Monterchi è famoso in tutto il mondo perché custodisce la Madonna del Parto, celebre affresco di Piero della Francesca cui è stato dedicato un Museo che ti consiglio assolutamente di vedere anche se non sei un grande intenditore d’arte come me. Ti posso solo dire che mi sono emozionata quando ho visto quest’opera. Ho avuto la fortuna di visitare il museo durante una visita guidata dalla Sig.ra Lina che con competenza e passione ci ha raccontato tutto di questo affresco che entra nel cuore di tutti indistintamente da classe sociale, origine ed interessi.
L’opera di Piero della Francesca è una delle più straordinarie del Rinascimento, realizzata intorno alla metà del XV secolo nella chiesa di Santa Maria di Momentana ed oggi custodita nel Museo della Madonna del Parto aperto nel 1992 e rinnovato proprio qualche mese fa.
L’affresco di straordinaria bellezza con ogni probabilità fu dipinto da Piero della Francesca per onorare la madre, nativa di Monterchi. Interessante anche il percorso didattico che prepara il visitatore alla visione della Madonna del Parto. Per i bambini c’è anche la possibilità di partecipare a laboratori didattici.
Ai piedi di questa immagine un cestino che raccoglie le dediche, le preghiere ed i ringraziamenti di chi è passato di qui e ha voluto affidarsi a questa Madonna così dolce e benevola.
Per saperne di più visita il sito www.madonnadelparto.it
Il Museo si trova a pochi passi dal centro storico, in Via della Reglia 1, Monterchi
Orari d’apertura Museo Madonna del Parto
2 – Riscoprire l’arte della misura al Museo delle Bilance
Il museo si trova in Via XX Settembre, 1 a Monterchi a meno di 100 passi da quello della Madonna del Parto.
3 – Passeggiare per il centro e botteghe artigiane
Il centro storico è raccolto tra le mura ed offre scorci suggestivi come l’antica via de’ Medici, un camminamento coperto vicino alla piazza e la terrazza panoramica della Rocca, dalla quale si può godere di una splendida vista sulla campagna monterchiese. Dopo il terremoto nel 1917 Monterchi e tanti dei suoi edifici storici furono purtroppo ridotti in macerie.
Da visitare la Chiesa di San Simeone (patrono del paese) che custodisce al suo interno interessanti opere d’arte tra le quali una Presentazione al Tempio di Durante Alberti, un pulpito in pietra raffigurante lo stemma di Monterchi e tre bassorilievi in arenaria di scuola marchigiana ed il Ciborio attribuibile ad Andrea Sansovino.
Passeggiando nel centro storico meritano una visita alcune botteghe artigiane come quella di Luca, Mastro Orafo, dell’Officina Aurea che nel weekend si rinchiude nel suo laboratorio in Piazza Umberto I per dar vita a meravigliosi pezzi d’arte orafa.
Scendendo verso il Museo della Madonna del Parto trovate Lisa e le sue colorate ceramiche e poco fuori dal centro storico, dopo circa un paio di km, Anedda il liutaio di campagna. Anedda è nato a Cagliari ma ha scelto Monterchi e la Valtiberina per dare forma ai suoi stupendi strumenti musicali.
Officina Aurea Piazza Umberto I aperto nel weekend e festivi
Ceramiche Lisa a Monterchi a pochi passi dal Museo della Madonna del Parto
Anedda Via dell’Ospedale 6 Cell.: 349 1456018 mail info@italianviolinmaker.com
4 – Camminare lungo il parco fluviale
Alle pendici del paese il parco fluviale è ben attrezzato per una sosta con giochi per i bambini e la possibilità di fermarsi per un picnic. Piacevole la passeggiata immersi nel verde lungo la strada che costeggia il Cerflone, l’affluente più grande del Tevere.
Per chi ama le passeggiate ho inoltre un altro contatto interessante da consigliare. E’ quello di Enrico Severi della Valcerfone Outdoor che organizza passeggiate e gite con grandi e piccini, lezioni e corsi di equitazione e anche camminate più impegnative che permettono di scoprire l’essenza di questo affascinante territorio.
Per ulteriori informazioni visita il sito Valcerfone Outdoor
5 – Degustare piatti tipici in uno dei ristoranti del centro storico
Oltre alle sue bellissime campagne ed ai suoi borghi medievali la Toscana è così rinomata anche per la sua deliziosa cucina e per i suoi vini.
A Monterchi e possibile degustare tutte le specialità toscane. Piatti genuini, realizzati con ingredienti provenienti dal mondo contadino, salumi e formaggi di alta qualità oltre alla deliziosa carne di chianina.
Se vuoi fare una sosta golosa a Monterchi allora non posso fare a meno di consigliarti un posticino speciale che si trova proprio nella piazza del paese, il Ristorante Al Travato.
Nella bella stagione si mangia all’aperto e il ristorante accoglie i viandanti già dalle 10 della mattina fino a notte inoltrata, tra le rassicuranti mura della trecentesca Rocca di Monterchi.
Questa taverna in parte scavata nella roccia è un luogo dove convivono una moltitudine di bottiglie di vino, olio extravergine di oliva, liquori, confetture delle migliori qualità e miele. Non manca la zona dei formaggi e dei salumi e di tante altre specialità locali. Uno spazio è dedicato all’artigianato locale con ceramiche e vimini oltre a qualche souvenir del luogo.
Ti puoi fermare Al Travato per un pranzo, una merenda, un aperitivo o una cena e troverai sempre ad accoglierti una famiglia che ha fatto dell’arte culinaria quasi uno stile di vita. Non si prenota ma ci si accomoda una volta arrivati qui e si degustano piatti tipici cucinati con sapienza da Laura e serviti con un sorriso dalle figlie Manuela e Mariangela mentre il babbo Marco versa uno dei vini selezioni toscani, è la famiglia Malatesta che ti farà sentire come a casa in questo angolo di una Toscana tutta da scoprire.
L’ambiente è accogliente, familiare ma al tempo stesso anche di gran classe e per chi visita Monterchi e la sua Madonna del Parto è davvero una tappa obbligata, lontana dai ritmi frenetici e dal caos delle grandi città.
Curiosità – La leggenda dell’Homo Selvatico
Alla storia di Monterchi si mescolano leggende e realtà come quella dell’Homo Salvatico che ci ha raccontato la nostra guida speciale Manuela.
La vasca o meglio la Tina dell’Homo Salvatico è ancora visibile oggi a Monterchi e si trova immersa in un castagneto, sulle pendici del Monte Civitella, in una radura in leggera pendenza (coordinate geografiche 43° 26’ 26” lat. Nord, 12° 04’ 08” long. Est).
Ma ora voglio raccontarti la leggenda dell’Homo Salvatico che naturalmente ha diverse versioni e varianti popolari.
Ecco la leggenda dell’Homo Salvatico tratta dal sito www.Alassa.it
Alla Murcia – luogo, caratterizzato da boschi, selve e castagneti – ai tempi del Granduca di Toscana, viveva ancora, da più di mille anni, un uomo peloso, irsuto e selvaggio, tanto da essere denominato l’«Omo Salvatico». Aveva anche un nome: «Agnolaccio». Aveva la pelle dura ed una forza sovrumana, tanto che, si dice si cibasse di un animale al giorno; agnello, capretto, o vitello che fosse. Un’altra versione orale non parla di un animale al giorno come cibo,
ma, periodicamente, quando Agnolaccio aveva fame, usciva dal suo nascondiglio e aggirandosi presso le case circostanti chiedeva o addirittura “prendeva” un animale per il suo fabbisogno, se lo portava dentro la «Tina» e lo scannava, per poi cibarsene. E non c’è dubbio: secondo inarratori, la Tina era fatta ad arte (Narciso Pancioni si domanda: “ma chi l’avrà fatta!”) dal momento che presenta anche un foro per lo scolo del sangue delle vittime.
Qualcuno asserisce che quest’uomo beveva il sangue così raccolto. Fatto sta che i pastori del luogo, ma anche la gente comune, erano continuamente insidiati da questo essere selvaggio ed ogni tentativo che era stato fatto, nel corso dei secoli, per ucciderlo, era risultato vano perché egli era invulnerabile a tutte le armi. Lance, frecce, palle d’archibugio, rimbalzavano sul suo petto villoso, mentre egli rideva sarcasticamente. All’epoca del Granduca di Toscana, a Ca’ di
Murcia (la casa più prossima alla Tina) abitava Marco Pancioni, un giovane forte e ardito che aveva provato – inutilmente – a scontrarsi con questo soggetto. Un giorno, a casa di Marco, si fermò un frate da cerca, il quale, appreso tutto quello che si diceva sull’Omo Salvatico, disse a Marco: « L’Omo Salvatico si può ammazzare soltanto con una pallottola benedetta». E tolta dalla sua tasca una moneta d’oro, la benedì col segno della croce e la consegnò a Marco dicendogli: «Fondi questa moneta, fanne una palla d’archibugio e vai sicuro, con questa l’ammazzerai!». Il giovane Marco eseguì alla lettera le indicazioni del frate e, caricato il suo fucile con la pallottola benedetta, si presentò davanti all’Omo Salvatico, il quale, come sempre non si scompose, ma questa volta la pallottola di Marco gli penetrò nel petto fino al cuore e lo uccise. Per questo gesto valoroso, Marco ricevette addirittura un premio dal Granduca e in più ottenne la licenza di caccia gratis per sé e tutta la sua famiglia per sette generazioni.
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Si ringraziano per la collaborazione: l’Ufficio Valtiberina in Toscana, Manuela che ha guidato la nostra visita, lo staff dei Musei di Monterchi, l’Assessore alla cultura, Luca dell’Officina Aurea, Lisa delle ceramiche di Lisa e tutta la famiglia Malatesta “Al Travato”