I bombetti in porchetta – Le ricette de la Vergara

di Marta Mancini

Uno dei piatti tipici della Riviera del Conero è certamente quello delle lumachine di mare in porchetta, in dialetto marchigiano si chiamano bombetti ma anche bombolini, bomboletti,cucciulitti,cucciole,cuccioline, il nome dipende dalla zona e in ogni luogo questa portata è una vera delizia!

Un piatto squisito, amato e tramandato negli anni da pescatori ma anche dalle vergare che ancora oggi lo presentano a tavola con tanto amore. Ricordo ancora quando da bambina tornavo affamata da scuola e trovavo i bombetti a tavola, era sempre una festa! Stecchino alla mano, bombetto dopo bombetto ne mangiavo una quantità industriale e alla fine non vedevo l’ora di fare la scarpetta con il buon sughetto rimasto.

Ricetta tipica dei Bombetti in Porchetta

Ingredienti

  • 2 kg di lumachine di mare
  • finocchio selvatico
  • rosmarino
  • 3 spicchi d’aglio
  • olio d’oliva
  • 1 bicchiere di vino bianco
  • 200 grammi di salsa di pomodoro
  • sale e pepe

Procedimento

  • Lava i bombetti e poi lasciali per almeno un’ora esposti alla luce, in una pentola con acqua fredda e sale fino a coprirli completamente.
  • Dopo averli sciacquati mettili con acqua fredda sul fornello e lasciali lessare per dieci minuti.
  • In una pentola prepara intanto il soffritto con cipolla, aglio e finocchio selvatico tritati.
  • Unisci i bombetti con un pizzico di pepe e sale a piacere.
  • Aggiungi un bicchiere di vino bianco e appena sarà evaporato metti anche il pomodoro e cuoci a fuoco vivace fino a che il tutto non sarà ben amalgamato.
  • Chiudi la pentola con un coperchio e lascia cuocere ancora per circa 30 minuti a fuoco più lento aggiungendo l’acqua calda di cottura delle lumachine fino a coprire i bombetti.
  • Servi a tavola con un buon bicchiere di Verdicchio, del pane fresco e degli stuzzicadenti…succhia bene ogni conchiglia e goditi il buon sapore e profumo di questo piatto tipico davvero delizioso!

Conosci la differenza tra i bombetti e le crocette?

La differenza la fa la forma.

Le lumachine della specie Nassarius mutabilis sono i “bombetti”che sono i più diffusi poi ci sono le “crocette” (in provincia di Pesaro-Urbino chiamati garagoi), nome scientifico Aporrhais pespelecani, che vanno sbeccate, cioè private della punta tramite un’apposita tenaglia.

Da non dimenticare anche le raguse, ovvero la celebre “Murex brandaris” dalla quale i popoli del Mediterraneo ricavavano il colorante porpora per i tessuti.

ragusa

La ragusa

Dove mangiare i bombetti e le crocette in porchetta?

Ad Ancona vicino alla fontana delle 13 cannelle si trova il Chiostro da Morena.

Fontana delle 13 cannelle

Ecco, questo è uno dei luoghi storici dello streetfood anconetano. Qui troverai ogni bontà, dai cannelli alle lumache di mare, dalle cozze alle vongole, dai bombetti alle crocette e a mille altri molluschi divini.

Una vera e propria rivendita di frutti di mare che nacque proprio ad Ancona un centinaio di anni fa.

Insomma almeno una volta nella vita è d’obbligo fermarsi a mangiare al Chiostro da Morena!

Chiostro da Morena

Concludo con questa simpatica poesia di Eugenio Gioacchini (Ceriago) – da “‘Na chiachiarata cun nona bon’anima”

Come se magna le crucete in porcheta 

Se pine in tra do’ deti come un fiore;
le bagi come fosse el primo amore,
prima in tel cuderizzo, un bagio seco,
po’ volti e bagi in do’ che c’era el beco.
Ciuci e riciuci, lichi scorze e deti :
è un ino de chiopeti e de fischieti
e te viénene su qùi ciciolini
che udorene de mare e de giardini.
Ricòrde.te ma prò che la cruceta,
da per lia sola, è misera, pureta;
è come un quadro pieno de vernige,
un quadro belo, ma senza la cornige.
E alora perché el gòde sia completo,
ce vòle, digo vole, un bichiereto
de vì ogni sète cici , in abondanza,
de modo che ce sguazi in tela panza. 
lo guardo ’sta cruceta sbrozolosa
cun ’st’anima gentile; cià qualcosa
del caratere nostro ancunetà :
rozo de fòra, duro, un po’ vilà,
ma drento bono, un zuchero, ‘n amore,
ché nun conta la scorza, conta el core!

duomo di san ciriaco ancona

Il Duomo di San Ciriaco in Ancona – Photo di Carlo Bertini

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