Quando ho aperto questo blog mi ero posta un unico OBIETTIVO,
Lasciare di me, dei miei pensieri, delle mie emozioni, dei mie sogni un’IMPRONTA e condividere con i miei lettori le meraviglie di questa terra!
Così ogni volta che incontro sul mio cammino qualcosa di unico voglio raccontarlo, condividerlo, voglio cantare le meraviglie di questa terra.
Un GIORNO SPECIALE ho incontrato Don Luigi e mi sono bastate poco parole e piccoli gesti per capire che mi trovavo difronte a qualcosa di molto grande.
Quel qualcosa oggi vorrei farlo conoscere anche a te…
Ma prima di scoprire la sua intervista ti racconto in breve chi è Don Luigi, fondatore e responsabile della Fraternità di Romena.
La fraternità ha il suo cuore nell’antica pieve romanica di Romena, in Casentino, Toscana. In una valle intrisa di spiritualità, la valle di Camaldoli e la Verna, Romena si propone come un possibile crocevia per tanti viandanti del nostro tempo.
Così come per i pellegrini del Medio Evo, in marcia verso Roma, la pieve rappresentava un punto di riposo dove fermarsi per una notte, rifocillarsi e ripartire, così oggi la Fraternità vuol offrire un luogo di sosta ai viandanti di ogni dove. Una sosta per ritrovarsi e riscoprire la bellezza della nostra unicità, una sosta per poi riprendere e proseguire il proprio personale cammino di crescita. “Oggi – spiega don Luigi Verdi, fondatore e responsabile della Fraternità – non abbiamo tanto bisogno né di teorie, né di ideologie, ma di silenzio, di una pausa, di un tempo per riallacciare i rapporti con la nostra autenticità. Ed è questo ciò che proviamo a offrire a Romena”. (dal sito ufficiale di Romena)
Ecco Don Luigi e le sue braccia sempre aperte…e la sua realtà che sa di pane!
1) Viaggi e Sorrisi è un blog di viaggi e di emozioni, parlami del viaggio che ti ha aperto le porte dell’amore.
Il viaggio che mi ha aperto le porte dell’amore?
Innanzitutto quello che mi ha fatto venire al mondo, la docile e ostinata volontà dei miei genitori nel volermi nonostante le mie imperfezioni fisiche, nell’accettarmi così com’ero. Mi avevano certamente sognato e desiderato perfetto, sano, forte e il trovarsi tra le braccia un neonato che avrebbe dovuto subire numerosi interventi chirurgici per porre rimedio allo scherzo di un farmaco assunto dalla mia mamma durante la gravidanza, li avrà sicuramente feriti e sgomentati. Ma non hanno avuto dubbi: era me che volevano.
Sì, le porte dell’amore si sono aperte per me in quell’attimo in cui sono stato cullato e abbracciato e il mio viaggio è la vita, accettata e accolta, sempre, anche quando diventa faticosa e dura, anche quando fa tremare. E momenti di dubbio, di graffi che scavano le carne e mozzano il respiro ne ho avuti tanti: l’infanzia difficile, la scelta della mia strada, la crisi. Ma anche nei momenti bui, quelli che senti che ti afferrano alla gola o ti mettono spalle al muro, una piccola fiducia nella vita l’ho mantenuta, come una piccola luce che mi serviva per viaggiare, di notte.

Una bellissima icona realizzata da Don Gigi
2) Dopo il tuo viaggio in Bolivia se tornato diverso, ed è nato quel nido accogliente che oggi è la fraternità di Romena, raccontacela…
La crisi mi aveva portato lontano, mi ero preso un anno di tempo per decidere, per capire. Tra le altre esperienze sono andato in Bolivia e nel deserto. Lì ho avuto modo di pensare: quando hai solo l’essenziale, quando ti accorgi che basta l’essenziale e che il superfluo è solo una zavorra che appesantisce il tuo sguardo e il tuo cuore, diventi più autentico, più vero e pulito. Riesci a guardarti dentro. Solo così puoi poi ritornare a casa. E da lì è nata ROMENA: per aiutare chi stava attraversando un momento di crisi. All’inizio non c’era niente, solo questa splendida pieve e la vicina canonica diroccata: è stato un tempo di lavoro anche fisico, di silenzio, di preghiera, di lettura: capire che volevo fare qualcosa per chi, come me, stava attraversando una crisi è venuto spontaneo e naturale. E doveva essere un posto in cui ognuno potesse sentirsi a casa: una porta aperta e un focolare acceso che accogliesse chiunque, senza imposizioni, senza pregiudizi, senza nessuna pretesa. Solo un posto in cui si potesse intuire che ogni crisi porta con sé un’occasione di trasformazione, di cambiamento. A ROMENA amiamo dire che ogni ferita è in effetti una feritoia, attraverso la quale può passare aria, luce, calore. E allora la crisi diventa una preziosa possibilità di tornare a camminare, con occhi puliti dalle lacrime, con un cuore più leggero.
3) Cos’è per te Romena e come vorresti farla crescere ancora?
ROMENA è un luogo di incontro, con se stessi e con gli altri. E’ un luogo in cui ogni persona trova ciò di cui sente uno struggente bisogno: un pezzo di pane, un poco di affetto e sentirsi a casa.
Un fiore, ma possiamo dire tutta la vita, cresce se ha un poco di luce, un poco di calore e un poco di nutrimento: non c’è bisogno di altro per far aumentare la vita, per darle slancio. Ecco, vorrei che ROMENA fosse semplicemente questo: un luogo in cui la vita non viene più frenata dalle nostre paure, dai nostri sbagli, dalle cicatrici delle nostre ferite. Vorrei che qui si avvertisse la tenerezza e la presenza di un Dio per tutti, di un Dio che ci spinge ad “andare oltre” i nostri limiti, le nostre fragilità, le nostre meschinità. Perché la vita non giudica, non si ferma, non si arresta: se cade si rialza, se muore risorge. Di resurrezione in resurrezione camminiamo lungo la nostra vita.
4) Cosa chiedono i “pellegrini” che arrivano a Romena?
Chi giunge a ROMENA porta il suo bisogno di autenticità, di calore, di affetto, di semplicità: tutte quelle cose che nella vita quotidiana sono diventate un miraggio perché siamo tutti presi dalla fretta, dall’ansia, dalla banalità del vivere. A ROMENA ognuno può sostare e respirare, semplicemente, finalmente. Ognuno può guardare, senza schermarsi più, la semplicità delle cose belle ed essenziali; può ritrovare in se stesso quel germoglio che attende di essere risvegliato, un germoglio di pace, di leggerezza, di tenerezza, di libertà. E’ questo quel che manca di più, di questo abbiamo una infinita nostalgia.
5) Cosa gli offre la fraternità di Romena?
ROMENA offre la possibilità di sperimentare che è possibile una vita dove le ferite che ognuno ha sulla sua pelle possono trasformarsi in ricchezza, che queste ferite non sono destinate sempre a far male, ma a diventare terreno per quei germogli di cui parlavo prima. ROMENA è un luogo dove ognuno può arrivare e sentirsi accolto in semplicità, senza il timore di essere giudicato, senza ansie da prestazioni… ROMENA non ha la pretesa di avere ricette o istruzioni pronte all’uso e neanche certezze: ROMENA è un clima buono in cui immergersi per poter tornare a casa. E’ un porto di terra.
6) Romena è un raggio di sole in mezzo ad un mondo spesso oscurato, terminiamo con una delle tue bellissime frasi (ne sono tante) scegline una per noi…
Quando Dio ama fa gesti molto umani, quando l’uomo ama fa gesti divini.
Io spesso la sera mi addormento con le parole di Don Gigi e il suo libro tra le mani (la realtà che sa di pane è il mio preferito) e sogno un mondo dove la forza dell’amore vince su tutto!
Ti invito a scoprire ROMENA magari partecipando ad uno dei tanti CORSI DI VITA e a vedere quali gesti divini è in grado di compiere l’uomo attraverso la forza di Dio.
Vieni, vieni, chiunque tu sia, sognatore, devoto, vagabondo, poco importa. Vieni, anche se hai infranto i tuoi voti mille volte. Vieni, vieni, nonostante tutto, vieni.
Rumi